Segmento o conflitto

Un segmento è la porzione di una retta che passa per due punti? O è la
porzione di una retta che dopo avere fatto infiniti tentativi in ultimo ha
incontrato due punti?
La risposta pare ovvia, certo lo insegnano in geometria, il segmento è la
porzione di una retta compresa tra due punti. Ma la Matematica è una
scienza esatta 2 + 2 fa sempre 4.
Nella realtà non è poi così semplice, non sempre ciò che pare ovvio è
anche corretto e qualche volta 2+2 fa anche 3.
Allora un segmento potrebbe essere una porzione di una retta che
partendo da un punto provando infinite volte ed infinite direzioni
finalmente intercetta il secondo punto. Quindi in questo caso si potrebbe
dire che benchè il risultato sia lo stesso, vi si è giunti attraverso infiniti
errori.
È il punto di vista che è cambiato; nel primo caso la retta, nella sua
perfezione ed accuratezza intercetta i due punti e la parte compresa tra
loro compresa viene nominata segmento. Nel secondo caso la retta nella
sua naturale linearità, facendo innumerevoli tentativi, allungandosi
all’infinito, finalmente trova il secondo punto, quindi la porzione tra i due
punti, come nel primo esempio viene nominato segmento.
Riportando il paragone a qualcosa di più intuibile nella sfera della vita,
potremmo dire che è corretto indicare che il conflitto è una cosa brutta,
in quanto per assunto, siamo certi che lo stesso genera paura dell’ignoto,
perdita della sicurezza, aggressività, stress e tutta una serie di
conseguenze nefaste. Questo è l’approccio scientifico a questa
considerazione.
Proviamo ora a cambiare il nostro punto di vista; chi può dire che il
conflitto non sia un’opportunità? La particolare interazione sociale in cui
ci troviamo a fare esperienza di incompatibilità con gli altri, negli scopi o
nelle situazioni, certamente ci provoca stress, aggressività ansia e panico
ma, ci pone anche in condizione di metterci in discussione, di varcare la
nostra confort zone, ci fa superare gli ostacoli e sfidare l’ignoto. Potrebbe
essere che provando infinite volte e facendo infiniti errori, possiamo
trasformarci in qualcosa di più evoluto? è possibile che il conflitto sia
l’insegnate più prodigo di consigli?
Ogni conflitto ha infinite possibilità. In un approccio scientifico a questa
considerazione, vi sarebbe solo una possibilità, e cioè quella che passa per
due punti, due momenti, il suo inizio e la sua fine, certo considerando
tutto ciò che vi è tra l’inizio e la fine, ma non altro.
Vi propongo di esplorare tutte le altre infinite possibilità che potrebbero
esserci e che potrebbero verificarsi nel tentativo di arrivare comunque
alla fine.
Ognuna di queste infinite strade potrebbe portare insegnamenti efficaci
ed utili, in pratica è come se si avanzasse su una scacchiera, per errori. Ad
ogni errore si avanza di una posizione, ci si ferma, si metabolizza, si
apprende, si valuta a volte si torna indietro e poi ci si dispone per la
mossa successiva. Ad ogni mossa corrisponde un errore e ad una
possibilità di apprendimento.
Noi siamo capaci di apprendere dai nostri fallimenti e dai nostri errori,
questa capacità è quella che ci ha permesso di evolverci dalla preistoria
ad oggi, di andare sulla luna e sotto gli oceani, di conquistare le vette più
alte e di trovare le particelle subatomiche.
Bisogna guardare ad ogni conflitto come un’opportunità, bisogna
esplorare e sbagliare. Più si sbaglia più si cresce e si comprende qual è la
giusta direzione. Una esistenza senza errori, che ci conduca dal punto di
partenza al punto di arrivo senza deviazioni, non è interessante, non è
istruttiva, non è accettabile. Solo un’esistenza piena di errori, di
deviazioni, di incomprensioni, di varianti e di aggiustamenti di rotta, vale
la pena di essere vissuta.

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