La voce della Coscienza
La coscienza è la facoltà di comprendere, analizzare, valutare e
dare una risposta comportamentale adeguata, ai fatti che si
verificano secondo quanto è stato già appreso durante le
esperienze individuali; l’uso della coscienza necessita a volte di
valutazioni di carattere morale.
La Coscienza implica essere consapevoli per riuscire a identificare
le sensazioni che ci provocano gli stimoli che riceviamo.
Etimologicamente Il termine coscienza deriva dal sostantivo
latino conscientia, a sua volta derivato del verbo conscire, cioè
“essere consapevole, essere conscio”, quindi i nostri padri avevano
già capito che per assumere conoscenze bisognava essere
consapevoli.
Quindi secondo me, bisogna imparare ad osservare con gli occhi e
con il cervello, sentire con le orecchie e con il cuore, toccare con le
mani e con le parole.
Quello che noi vediamo è acquisito mediante gli occhi solo per il
50%, la restante parte è composta da segnali elettrici che vengono
rielaborati nel nostro cervello in base alle nostre conoscenze per
ricostruire un’immagine verosimile, queste due parti si fondono
insieme in un’immagine unica che per noi è vera e convincente.
Ascoltare attraverso le orecchie è utile solo parzialmente, si
possono sentire solo le vibrazioni ed i suoni delle parole, ma la
percezione che nasce dal cuore, è quella che va oltre; è quella che
sente davvero, che ascolta senza filtri, senza giudicare; è l’intesa
che si connette sulla stessa lunghezza d’onda, che si dispone
premurosamente all’ascolto.
Le nostre mani parlano, trasmettono emozioni, rabbia, dolore, gioia,
attraverso loro è possibile leggere nell’anima; allo stesso modo le
parole possono sfiorare, carezzare o colpire. Possono consolare,
possono aiutare, possono fare del bene e fare del male, anche loro
in base a ciò che abbiamo appreso ed elaborato nel corso della
nostra vita.
Essere consapevoli dunque, significa avere una coscienza, che
viene alimentata da sensazioni, sentimenti e osservazioni, e ci
suggerisce in ogni momento quale deve essere la nostra risposta.
Ed elaborare in modo positivo le esperienze, aiuta la nostra
coscienza a dare risposte moralmente corrette.
Ognuno degli stimoli che ci arriva ha in se una parte positiva ed una
parte negativa, noi possiamo elaborarli ambedue, ma a mio avviso,
prendendone la parte negativa non faremmo altro che attivare nel
nostro cervello i meccanismi di difesa, che ci fanno chiudere in noi
stessi, che ci isolano, che non ci danno la possibilità di assaporare
la pienezza della vita. Elaborando le informazioni, nella loro
componente positiva, ogni volta che guardiamo qualcuno o
qualcosa, il nostro cervello riscostruirebbe l’immagine con
informazioni positive, il nostro cuore, sarebbe disponibile all’ascolto
e le nostre parole sarebbero di comprensione, di conforto e di
stimolo. Bisogna essere consapevoli che si vive molto meglio se
vediamo cose positive più che cose negative e se manteniamo in
sintonia quello che proviamo con quello che facciamo.
Per questo motivo fare del bene fa bene.